In cima al
Gianicolo, a pochi passi da una delle entrate dell’ospedale Bambin Gesù, si
trova una curiosa iscrizione su una targa di marmo alle pendici di un vecchio
tronco d’albero ormai morto, riportanti queste parole:
“ALL’OMBRA
DI QUESTA QUERCIA
TORQUATO
TASSO
VICINO
AI SOSPIRATI ALLORI E ALLA MORTE
RIPENSAVA
SILEZIOSO
LE
MISERIE SUE TUTTE
E
FILIPPO NERI
TRA
LIETE GRIDA SI FACEVA
CO’
FANCIULLI FANCIULLO
SAPIENTEMENTE”
La quercia qui
decantata altro non è che il tronco d’albero annerito e deforme che troviamo in
cima a tale iscrizione. Chissà quanti pensieri musicali di questi grandi poeti
si nascondono e si mischiano al vento e alle foglie, cullati da centinaia di
anni di storia!
Potrete
raggiungere la quercia dopo aver apprezzato la passeggiata del Gianicolo,
partendo da Porta San Pancrazio, luogo di una leggendaria battaglia per
l’Unità d’Italia dove morì anche Mameli, il compositore dell’inno
italiano. Dopo il Belvedere e lo storico cannone, ecco innalzarsi la
quercia del Tasso.
Una volta fiera
e dalle fronde rigogliose, questo sacro albero è noto per aver ospitato i
pensieri del grande poeta Torquato Tasso, che negli ultimi giorni di
vita amava adagiarsi e “cominciare la sua conversazione in cielo”
all’ombra della sua chioma. Pare che il luogo fosse molto caro anche a Filippo
Neri, forse per via della splendida vista che già da allora si godeva di
Roma. Intorno al XVII secolo i religiosi appartenenti all’Ordine di San Filippo
Neri, gli Oratoriani o i Filippini, approfittando di una cavea naturale
edificarono un piccolo anfiteatro, nel quale ancora oggi vengono
rappresentate opere teatrali.
La quercia era
anche meta di pellegrinaggio del famoso poeta Giacomo Leopardi, che
durante il suo soggiorno a Roma si era recato anche sulla tomba del Tasso, che
si trova in una delle cappelle del Convento di Sant’Onofrio, proprio
accanto alla quercia, che difatti, faceva parte dell’orto del convento.
Nonostante le
ingiurie del tempo, i danni provocati da un fulmine nel 1843 e un incendio
doloso nel 2014, la quercia (o ciò che ne rimane) conserva ancora la sua aurea
di sacralità ed è ancora oggi una meta visitata dai turisti di tutto il mondo.
“Quando
si sentì vicino al morire il Tasso si fece trasportare qui. E non senza ragione
che questo è uno dei luoghi più belli del mondo.”
Stendhal
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