Sabato 15 giugno si terrà il Gay Pride, una delle manifestazioni più importanti per la comunità LGBT+ e per l’affermazione sociale dei pari diritti. Quest’anno l’evento compirà 30 anni, in quanto il primo Roma pride fu nel 1994. Ma perché questa manifestazione è così importante? Innanzitutto, mira all’inclusione e all’accettazione sociale, purtroppo in Italia è ancora presente la discriminazione generata dal proprio orientamento sessuale o dall’identità di genere. Ma non è presente solo il lato negativo della medaglia, negli ultimi anni si sono raggiunti dei veri e propri traguardi, come ad esempio: l’approvazione delle unioni civili, la legge contro l’omofobia e la transfobia.
Nonostante i progressi compiuti in Italia e nel mondo,
le aggressioni, le discriminazioni e le violenze di ogni genere sono ancora un
argomento molto attuale. Basti pensare che rivelare il proprio orientamento
sessuale, spesso può esser rischioso in ambito lavorativo e scolastico. Per
non parlare dei Paesi del mondo in cui esser omosessuale viene ancora
considerato “contro natura”, come ad esempio Polonia e Russia,
dove i diritti di questi esseri umani non sono tutelati. Altro tasto dolente è sicuramente quello
legato alle persone transgender: il loro percorso spesso è ostacolato
dalla sanità pubblica. Negli ultimi anni, si sta cercando un dialogo anche con
personalità autorevoli, in quanto il raggiungimento dei pari diritti
dovrebbe essere uno scopo comune all’interno della nostra società. Oltre alla
classica parata del 15 giugno, ci sono stati altri eventi durante il
mese di maggio e l’8 giugno si terrà una manifestazione chiamata “Pri
Pride- Roma” dedicata alla comunità LGBT+ afroitaliana e interculturale.
La nostra città deve trasformarsi in un luogo sicuro per tutti, senza differenze
riguardanti l’orientamento sessuale o l’identità di genere.
A fine 2023 sono ancora 61 i Paesi del mondo in
cui l’omosessualità viene considerata un reato, nonostante i numeri non
siano ancora molto confortanti, c’è già stato un enorme cambiamento rispetto
agli anni ’80, durante i quali l’omosessualità veniva considerata come malattia
mentale. Nonostante socialmente non sia ancora ben accetto avere partner
dello stesso sesso, le prime testimonianze storiche che abbiamo risalgono all’Antica
Grecia. Era usanza che un uomo maturo fosse il compagno di un uomo giovane,
facendogli anche da mentore condividendo la propria conoscenza culturale.
Secondo Aristotele, anche i Celti, essendo un
popolo piuttosto bizzarro, preferivano spesso relazioni tra uomini dello stesso
sesso. Anche nel Giappone feudale, i rapporti omosessuali erano ben
accetti, soprattutto tra samurai e allievo, per instaurare un’alleanza
fraterna. Nonostante in tempi antichi l’omosessualità fosse ben accetta, in
tempi moderni le discriminazioni sono ancora molte. Basti pensare che in
alcune nazioni le coppie dello stesso sesso non hanno ancora il diritto
all’adozione, un argomento spesso discusso ricercando una risposta nella
morale di come dovrebbe esser composta la famiglia tradizionale.
Questi sono i motivi per cui il Pride non è solo una
manifestazione, ma anche una lotta pacifica contro la discriminazione e la
violenza. La madrina del pride di Roma sarà la cantante Annalisa,
nota per il suo successo musicale ma anche per il suo impegno e favore nei
riguardi della comunità LGBT+. Accanto a lei ci sarà anche Patty Pravo, eccentrica
icona italiana che si è sempre battuta per i suoi ideali e per la libertà
di tutti.
Ma come è nata la tipica parata del Pride? In
origine, la manifestazione aveva un carattere molto più politico e attivista
rispetto ad ora, che ha avuto una trasformazione in un evento più leggero e
divertente rispetto agli anni ’70. La data del primo Gay Pride della storia
risale al 25 giugno 1978, a San Francisco, dove si tenne una
manifestazione dal nome “Gay Freedom Pride Parade”. Consistette in una
sfilata molto chiassosa, ricca di musica e coloratissima, attuata per
rivendicare il diritto alla libertà d’espressione e all’esistenza. A Roma
invece, la manifestazione ebbe luogo per la prima volta nel 1994. Tra
gli organizzatori vi erano Imma Battaglia e Vladimir Luxuria,
personalità italiana LGBT+ di grande spicco.
L’impatto sociale che ha l’evento non è da sottovalutare, in
quanto soprattutto le nuove generazioni stanno dando il loro contributo per creare
una comunità libera, moderna, priva di pregiudizi, ma soprattutto con pari
diritti per tutti i cittadini del mondo.
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