"L'inconscio
della Memoria" (Unconscious Memories) è una mostra che esplora il
lavoro di una delle artiste più influenti del secolo scorso, famosa soprattutto
per le sue sculture. La mostra, ideata da Cloé Perrone e curata insieme a
Geraldine Leardi e Philip Larrett-Smith, cerca di creare un dialogo tra alcune
sculture e installazioni di Louise Bourgeois e la prestigiosa collezione
della Galleria Borghese di Roma.
Louise Bourgeois
(1911-2010) nasce a Parigi, seconda figlia di Joséphine Fauriaux e Louis
Bourgeois. Fin da piccola respira l’arte grazie ai suoi genitori i quali possedevano
una galleria di arazzi antichi prima, e dopo un laboratorio di restauro di
arazzi nei pressi di Choisy-le-Roi. Nel 1930, iniziò a studiare matematica e
geometria alla Sorbona, del tutto inusuale per una donna a quei tempi.
Tuttavia, quando sua madre si ammalò, Louise abbandonò gli studi per prendersi
cura di lei. Dopo la morte della madre nel 1932, tentò il suicidio e decise di
dedicarsi all'arte, abbandonando la matematica. Successivamente studiò scultura
alla École des Beaux-Arts di Parigi e si trasferì a New York nel 1938. Divenne
cittadina statunitense nel 1951. Partecipò a varie correnti artistiche,
inizialmente influenzata dal surrealismo degli emigrati europei, e dagli anni
'60 iniziò a lavorare con il metallo, creando numerose installazioni. La sua
popolarità crebbe grazie alla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1993.
Nei suoi anni più maturi, Louise si concentrò su temi come la sessualità, la
famiglia e la solitudine. Le sue installazioni includevano immagini trasformate
del membro maschile e enormi sculture filigrane a forma di ragno, celebrando il
concetto di maternità. Queste opere, di carattere onirico, vennero spesso
ripetute e installate in diverse città, raggiungendo altezze di circa dieci
metri.
Louise Bourgeois è considerata una delle artisti più importanti del nuovo secolo, figlia dei surrealisti e promotrice di un arte che si interseca con l’introspezione psicologica. E’ evidente come l’artista racconti la sua anima attraverso le proprie sculture, quasi come se fossero delle strofe di una poesia. Nella collezione installata nella Galleria le curatrici sono riuscite a creare una sinergia tra l’arte tradizionale, presente nel contesto museale e le opere contemporanee dell’artista. Inoltre, la collezione offre ai visitatori l'opportunità di esplorare l'inconscio dell'artista attraverso un viaggio introspettivo e psicologico, a tratti doloroso, che riflette la sua esperienza personale. Immergersi nell'arte di Bourgeois significa ripensare l'arte stessa come un momento di catarsi e purificazione dai traumi del passato, ma anche come un tentativo di riparare i frammenti della sua vita. Il percorso espositivo inizia nel Salone di Mariano Rossi con Cell (The Last Climb) (2008), la quale rappresenta una metafora dei cicli interminabili della vita. All'interno di questa installazione si trova una scala a chiocciola, che richiama il periodo newyorkese di Bourgeois e le scale del suo studio a Brooklyn, dove visse dal 1938 fino alla sua morte.
All'interno della cella
ci sono sfere di vetro blu che simboleggiano il cielo e rotoli di filo dorato
che attraversano la cella, rappresentando la fragilità della vita. Sopra
l'opera, la raffigurazione imponente dell'Apoteosi di Romolo si estende in contrasto
con il senso di confinamento della cella.
Proseguendo all’interno
della Galleria, nella Loggia di Lanfranco è esposta Passage Dangereux
(1997), la cella più grande creata dall'artista. Quest'opera esplora il tema
della metamorfosi, un tema centrale nel lavoro di Bourgeois. Passage Dangereux,
con la scelta accurata degli oggetti al suo interno, rappresenta il passaggio
pericoloso dall'innocenza dell'infanzia alla maturità. Ci sono chiari
riferimenti alla famiglia, ai ricordi d'infanzia e al rapporto con i genitori,
in particolare al legame speciale con la madre.
Sono molte le
installazioni presenti nella Galleria. Se sei
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